Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, e il capo della polizia, Antonio Manganelli sono fermamente convinti che la soluzione per contrastare la violenza negli stadi si ala tanto blasonata Carta del tifoso. Una tesserina magnetica che darebbe dei vantaggi ai tifosi che decidono di sottoscriverla, mettendo invece in condizione di sfavore chi non lo fa. In pratica funziona come un telepass: niente file all’entrata dello stadio, sconti sull’acquisto del merchandising, agevolazioni varie.Basterà dare il proprio nominativo ad inizio stagione per entrare in questo “club esclusivo”, naturalmente con la clausola che ci si deve comportare bene se non si vuole essere immediatamente identificati.
Il tifo organizzato difficilmente aderirà ad un’iniziativa di questo tipo e la dimostrazione viene anche dalla tiepida reazione che le grandi società calcistiche (a parte Inter, Milan, Fiorentina e Chiedo) le hanno riservato. “Se ci fosse già stata – spiega Francesco Tagliente, capo dell’Osservatorio ed ora questore di Firenze – forse avrebbe risolto qualche problema, soprattutto per le trasferte”. L’idea può non essere male se si vuole semplificare la vita al tifoso medio (sempre meglio di quella delle celle negli stadi fatta da Matarrese) che si reca regolarmente allo stadio ma non mi è chiaro come questa Carta del tifoso dovrebbe fermare la violenza negli stadi. Sembra che la prospettiva futura sia quella di renderla obbligatoria a chi si vuole recare in trasferta.
Ma mi chiedo, i grandi club saranno disposti ad accettare tanti biglietti invenduti a favore di queste nuove norme volute dal Viminale (perché è evidente che saranno in molti a rinunciare pur di non essere schedati)? Ho i miei seri dubbi.