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Mi sono innamorata di Oscar Pistorius

di Sabrina 9 agosto 2012

Mi sono innamorata del suo ottimismo, della sua volontà forte come l’acciaio più duro, della sua unicità, della sua diversità, dove diverso sta per ciò che un cuore ed una mente umana dovrebbero partorire, ma che spesso e troppo comunemente non è. Mi sono innamorata del suo sorriso da bambino, della sua umanità, della sua modestia. Mi sono innamorata delle sue gambe.

Oscar Pistorius

Oscar Pistorius

Non voglio parlare di atletica perché non ne so nulla ed è uno sport che non seguo, purtroppo. Ma quando Oscar Pistorius detto Blade Runner  il 4 agosto era in pista a Londra alle Olimpiadi 2012, ho dovuto guardarlo: sbigottita, meravigliata, profondamente emozionata. Un nodo mi stringeva la gola e gli occhi erano colmi di lacrime mentre lui volava sulle sue lame di fibra di carbonio, le sue cheetah (ghepardo). E’ stato quello il momento in cui mi sono innamorata… della vita. Se Jonny Wilkinson, il Re del rugby infonde iniezioni di ottimismo, beh Oscar Pistorius mi ha dato una vera bombardata di positività.

Allora ho voluto sapere di più su di lui, non tanto come atleta, ma come uomo. Tanto è stato detto e si dirà, ma non posso non esprimere ciò che provo, non posso non sapere nulla di quel bimbo nato senza perone in entrambe le gambe e con i piedi gravemente malformati: handicapp che avrebbe potuto compromettere irrimediabilmente la sua vita.

Oscar Pistorius bambino

Oscar Pistorius bambino

La cosa che spesso rendeva la mia infanzia diversa, e per me faticosa, è che c’era sempre da fare con le mie gambe: se le protesi calzavano perfettamente, sapevo che dovevo godermi quel momento perché già dopo qualche settimana sarei cresciuto un po’ e avrebbero iniziato a farmi male, a lasciarmi ferite sui moncherini. (“Dream Runner” Rizzoli).

Non solo glorie e sorrisi per questo ragazzo Sudafricano, ma sogni realizzati con tenacia e sofferenza supportati dall’amore e dalla fiducia di chi gli è stato sempre accanto ed ha creduto in lui.

“Chi perde davvero non è chi arriva ultimo nella gara. Chi perde davvero è chi resta seduto a guardare, e non prova nemmeno a correre” mi ha scritto mia madre in una lettera da leggere quando fossi diventato grande. Cinque mesi prima, a meno di un anno, avevo subito l’amputazione dei piedi. Io ho sempre provato a correre. E a nuotare, a giocare a cricket e a rugby, a guidare l’auto e la moto. Ad avere una vita normale. A dire la verità non pensavo mai a me stesso come a un disabile. Certo, ho dei limiti, come chiunque altro, e come chiunque altro ho anche un milione di talenti. E’ stata la mia famiglia a trasmettermi questa convinzione, fin da piccolo. “Questo è Oscar Pistorius, esattamente come dovrebbe essere. E’ perfetto così com’è”. Mio fratello, mia sorella e io siamo cresciuti con un principio: la frase non ci riesco non si dice mai. Forse è proprio per questo che la mia vita è speciale. In questi anni, parlando con tante persone e leggendo i loro messaggi, ho capito che il mio esempio può essere una fonte di ispirazione per chi, come me, ha un problema fisico ma non vuole arrendersi, ma anche per chi si trova ad affrontare ostacoli e difficoltà di natura diversa. Così mi sono deciso a raccontare la mia storia; la storia di un bambino circondato dall’amore e dal coraggio della sua famiglia, di un ragazzo che ha dovuto sopportare il dolore più grande, la morte della madre, di un uomo che insegue un sogno: diventare un atleta. Non un atleta disabile, semplicemente un atleta. (“Dream Runner” Rizzoli).

Pistorius - Londra 2012

Pistorius – Londra 2012

La natura ha privato Oscar delle gambe, ma più che una terribile disgrazia sembra quasi una benedizione, perché se fosse stato un normodotato forse non sarebbe arrivato dove è ora. Normodotato… a questo punto mi sorgono molti dubbi sul significato di questa parola: chi è normodotato? Colui che usa cuore e mente per sviluppare se stesso ed influenzare positivamente l’ambiente che lo circonda, o colui che è biologicamente completo?

Godiamoci un timido, imbarazzato, ma splendido Oscar ballerino, un’esperienza che lo ha reso “molto più nervoso di quando sono in pista“.

http://youtu.be/KcEO2mSH_bI

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