Quasi un atleta su 10 che ha partecipato alle ultime cinque edizioni olimpiche soffre di asma o di ipersensibilità alle vie aeree. Crescono i celiaci e i diabetici ma si può continuare a essere competitivi ad altissimo livello come ci insegna la storia della maratoneta Straneo.
Novak Djokovic è celiaco, Federica Pellegrini soffre d’asma, il tedoforo Redgrave soffre di una grave forma di diabete. E che dire di Valeria Straneo, che senza la milza si piazza ottava alla maratona femminile delle Olimpiadi di Londra?
Si può essere atleti vincenti anche con malattie o disturbi fisici. Certo, occorrono molte, moltissime attenzioni nella dieta.
“Ho dovuto abbandonare la dieta consueta degli sportivi ricca di carboidrati per assicurare il giusto apporto energetico, ma nonostante il cambiamento drastico ora mi sento più forte che mai”. Parola della nuotatrice Dana Vollmer, gravemente celiaca e intollerante all’uovo, oro a Londra 2012 e recordwoman nei 100 farfalla.
Crescono le intolleranze ai cibi e in più quasi un atleta su dieci tra quelli che hanno partecipato alle ultime cinque Olimpiadi soffre d’asma o di ipersensibilità delle vie aeree. I motivi – dicono gli esperti del British Journal of Sports Medicine – sono da ricercare nel deterioramento di aria e acqua, in una vita sempre meno naturale e poi nelle tensioni e negli stress molto maggiori che in passato, crescenti.
Occorre sempre e comunque un’attitudine positiva al superare gli handicap. Per l’atleta sudafricano Oscar Pistorius, quattrocentista sudafricano con protesi hi-tech alle gambe “La vita va affrontata con un sorriso. Nell’handicap c’e’ sempre un 5% di negatività ma preferisco ascoltare il 95% di positività. Se sono diverso, sono diverso ma non mi butto nelle polemiche. Io guardo avanti”.
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