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Ammonire l’arbitro? No, we can’t

di luca.fotia 7 novembre 2008

Barack Obama è il prossimo presidente degli Usa e le pessimistiche previsioni sulla improbabilità che un politico di colore entrasse alla Casa Bianca sono andate a farsi friggere. Il programma di governo di Obama è incentrato su energie pulite e ambiente e promette 5 milioni di posti di lavoro in questo settore (e l’Italia con le sue indecisioni sul tema ecologia e i suoi mancati milioni di posti di lavoro arrossisce ancor di più). Obama è giovane, nero e sembra essere il cambiamento fatto persona. Il mondo (evviva) è a testa in giù.

Ma forse c’è qualcuno che lo slogan “Yes, we can” lo ha preso troppo alla lettera. O forse quel qualcuno ha pensato che nell’euforia politica mondiale il suo gesto ribelle potesse passare inosservato. Quel qualcuno è Andre Luiz, calciatore della brasiliana Botafogo. Durante la partita di Coppa Sudamericana contro gli Estudiantes argentini, l’arbitro ha concesso un fallo che a Luiz proprio non dev’essere andato giù. E che cosa ha pensato bene di fare il brasiliano, senza dubbio alcuno in quel momento in preda allo spirito rivoluzionario? Ha strappato il cartellino giallo dalle mani dell’esterrefatto arbitro e, lasciando a bocca i propri compagni, lo ha ammonito. Giusto il tempo di beccarsi da parte del suddetto fischietto un cartellino rosso che lo terrà lontano dai campi per molte, molte giornate di squalifica.

Già immaginiamo il troppo impulsivo Andre Luiz costretto a scrivere cento volte sulla lavagna, come uno scolaretto in punizione, la frase: “Ammonire l’arbitro? No, we can’t”.

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