Pubblicato in: Senza categoria

6 Nazioni 2009: falsa partenza dell'Italia

di roberto 10 febbraio 2009

7 Febbraio 2009

7 Febbraio 2009

L’Italia del rugby ha iniziato l’avventura nel 6 Nazioni con il piede sbagliato. Nel maestoso teatro di Twickenham gli uomini di Mallett hanno messo in scena un’opera buffa in due atti che ha evidenziato tutti i limiti di una squadra che non riesce ad uscire dalla mediocrità. E non è soltanto l’avere dirottato un flanker a mediano di mischia che ha causato la catastrofe, perché gli azzurri si sono rivelati sterili in ogni reparto. Una mediana impacciata e senza idee, una trequarti incapace di avanzare, ed un pack, solitamente un punto di forza, che ha giocato decisamente al di sotto del loro standard abituale.

La sconfitta è stata netta: la nostra nazionale ha subito 5 mete dalla peggiore Inghilterra del decennio, che è soltanto la lontana parente di quella arrivata in finale nelle ultime due Coppe del Mondo, vincendone una.

Dopo neanche un minuto, il primo di un numero troppo elevato di errori in touche di nostra introduzione. Ovale regalato agli inglesi, che hanno ringraziato e mandato in meta Goode.

A questo punto sono iniziati i passaggi sbagliati del povero Mauro Bergamasco. Uno di essi ha fatto sì che Andrea Marcato subisse un placcaggio durissimo. Poco dopo lo stesso numero 10, forse proprio per il colpo ricevuto, ha sbagliato un facile calcio che ci avrebbe portati sul 3 a 7.

Gli azzurri hanno quindi perso la palla dopo una mischia, a causa di un calcetto sbagliato da Marco Bortolami. Haskell se n’è impossessato, ha lanciato Ellis sul corridoio di sinistra e i bianchi si sono ritrovati sul 12 a 0.

Alla mezzora Bergamauro ha lanciato troppo alto a Garcia, che non è stato in grado di raggiungere la palla e ha dato così la possibilità a Goode di recuperarla e passarla a Flutey. Quest’ultimo è stato più veloce del nostro estremo e ha marcato la terza meta.

Un leggero accenno di recupero si è avuto con l’ingresso sul terreno di Luke McLean, al posto di un Marcato ancora scosso dai colpi ricevuti. La nostra apertura titolare ha finito la giornata londinese in ospedale dove, per fortuna, la risonanza non ha rivelato nulla di grave, anche se pare dovrà saltare la partita di domenica prossima contro l’Irlanda. Nel giro di pochi minuti il nuovo entrato ha messo a segno due piazzati e ha riportato sotto, per modo di dire, la nostra squadra, chiudendo il primo tempo sul 22 a 6.

Al rientro in campo non si è più visto Mauro Bergamasco, che ha così subito anche l’onta della sostituzione, nonostante un cuore grande così. Al suo posto il “quasi” esordiente Toniolatti, numero 9 di ruolo, ma figura ancora acerba del rugby nostrano.

Dopo neppure un quarto d’ora, l’Inghilterra ha siglato la quarta meta ancora con Ellis, dopo che gli azzurri hanno perso un’altra palla in ruck. I bianchi, ormai sicuri della vittoria, non hanno più spinto. Mallett ha inserito Pratichetti all’ala e spostato Mirco Bergamasco al centro, suo ruolo naturale. Ed è stato proprio Mirco a riscattare l’orgoglio ferito della famiglia Bergamasco, marcando la sua settima meta personale nel Sei Nazioni. Nessuno ad oggi ne ha segnate più di lui.

Nel finale però, a seguito di una touche, è arrivata la quinta scudisciata britannica, ad opera dell’ala del Sale Mark Cueto, ma questa volta si può ben dire che si è trattato di una meta nata dal gioco inglese, e non da un errore degli azzurri. Risultato finale: Inghilterra 36, Italia 11.

Quello che si intravede all’orizzonte non è certo un futuro roseo. Domenica al Flaminio affronteremo l’Irlanda, la squadra che in questa prima giornata ha battuto la linea verde della Francia, mettendo in mostra il rugby più bello ed efficace. Nick Mallett, che a fine gara si è assunto tutte le responsabilità della disfatta, ha già chiamato il mediano di mischia del Calvisano Paul Griffen, che non indossa la casacca azzurra dal 19 settembre 2007. Certamente, quello che bisogna fare per rimettere in sesto il team è un lavoro titanico.

Altre storie di sport sullo stesso argomento

I commenti sono chiusi.