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Rugby Skill Mania: mondiali della demenzialità

di Sabrina 6 giugno 2011

Le “pietre dello scandalo”, come si suol dire in gergo, sono gli All Blacks, sbeffeggiati subito dopo dai loro vicini di casa australiani (come si può vedere nel video qui sopra), egregiamente direi. Quindi la Rugby Skill Mania ha cominciato a fare il giro del globo quasi fosse una malattia infettiva ad alto contagio, ma si sa, la voglia di stupidità, la voglia di ridere, è contagiosa come uno sbadiglio. Così dall’emisfero australe la “malattia” è approdata nella vecchia Europa toccando l’estrosa Francia dove i rugbyman d’Oltralpe si sono sbizzarriti in un esilarante sketch, davvero divertente per noi che lo guardiamo e sicuramente anche per loro che l’hanno girato.

Ora, la voglia di esibirsi in gesti fantastici, nel senso di utopici, ha sorvolato la Manica ed è atterrata nell’austera e regale Gran Bretagna. Ed ecco i giocatori del Glocester nella loro casa il Kingsholm Stadium, con il loro capitano Mike Tindall: il rugbyman più vicino alla Regina Elisabetta, nel senso che diventerà parente.

E’ proprio Tindall “faccia da facciata in un palo” a fare gli onori di casa; se la ride il ragazzone, mentre spiega cosa stiamo per vedere. Si comincia bene: mentre Mike parla il teammate vicino alui si prende un bel cuscino da allenamento sulla testa grande come mezzo materasso… roba da rimanere storditi per tre ore. Iniziano con una serie di centri inverosimili da grande distanza; il bersaglio sono tre betoniere rigorosamente rosse. Mi sono chiesta perché le betoniere, poi ho pensato che l’oggetto era sufficientemente macho. Neanche a dirlo il centro è perfetto fra le risate dapprima compassate e molto inglesi dei suoi compagni. Via via che procede nei centri le risate si fanno più sguaiate, le prese in giro volano, ma seppure tutti siano fortemente convinti che non riuscirà a centrare le tre sfiziose betoniere, lui fa tre centri fantastici.

Il regale Mike prosegue nella cronaca spiegando che ciò che stiamo per vedere è veramente quello che loro sono in grado di fare… e mentre parla per poco non gli arriva una pallonata in faccia. Non avrebbe fatto troppo danno, tanto il naso è già paurosamente storto (Madonnina, chissà come russa la notte!). I tre rugbyman ad uno ad uno colpiscono i pali con l’ovale, quindi tutti e tre insieme calciano colpendoli di nuovo. Se devo essere sincera questa non l’ho capita molto, comunque loro se la ridono.

La vera star comunque è Tindall che, in quanto a savoir faire è impareggiabile: sicuramente è già entrato nell’ottica di far parte della famiglia reale perché nonostante sia su un campo da rugby, nonostante sia un rude rugbista, mentre gli altri “faticano” e fanno gli stupidi, lui se ne sta comodamente sdraiato su un cuscinone da allenamento manco fosse una chaise long. E cosa fa? Sfoglia interessato una rivista femminile, “Wedding” per la precisione (ogni riferimento è puramente casuale). Essendo the best (o the beast?) evita l’ennesima pallonata invitandoci a proseguire nella visione. Secondo voi come è possibile calciare un pallone sino a fondo campo ed acchiapparlo proprio mentre questo  tocca il suolo? Due risate, una bella pacca sul sedere e vai! Tindall ci saluta, ma dulcis in fundo, avendo evitato tutte le pallonate di cui era stato bersaglio, il draghetto simbolo del Glocester questa volta gli assesta un bell’ovale a distanza ravvicinata. Ammetto che il TUNC sulla crapa pelata conferma la pienezza della scatola cranica.

Dovendo stillare un hit parade della Rugby Skill Mania, ovviamente escludendo gli All Blacks, ecco la classifica:

1° posto: i Francesi (troppo esilaranti)

2° posto: gli Australiani (troppo demenziali)

3° posto: gli Inglesi (troppo contenuti)

Mancano gli Italiani e in questo campo possiamo stracciare tutti. Sarei proprio curiosa di vedere gli Springbocks: considerato il loro gioco altamente fisico, considerata la loro potenza e quel “machismo” di cui è intriso ogni loro match come minimo userebbero palloni di pietra, camion, cingolati e ruspe. Allora, forza ragazzi, fatevi sotto, fateci divertire!

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